Cresima Adulti

Parrocchia Sant'Andrea Avellino

PROGETTO CATECHISTICO PARROCCHIALE

Quando accogliamo lo Spirito Santo nel nostro cuore e lo lasciamo agire, Cristo stesso si rende presente in noi e prende forma nella nostra vita; attraverso di noi, sarà Lui lo stesso Cristo a pregare, a perdonare, a infondere speranza e consolazione, a servire i fratelli, a farsi vicino ai bisognosi e agli ultimi, a creare comunione, a seminare pace. Pensate quanto  è importante questo: per mezzo dello Spirito Santo, Cristo stesso viene a fare tutto questo in mezzo a noi e per noi. – Papa Francesco, Udienza Generale 24 gennaio 2014.

CAMMINO DI PREPARAZIONE

I cresimandi sono invitati a partecipare a nove incontri. Il nono incontro prevede la partecipazione del padrino e della madrina.

Conferma del Battesimo

La Cresima è il secondo Sacramento, dopo quello del Battesimo. Di solito è la riconferma, in età consapevole, del Battesimo ricevuto nell’infanzia per iniziativa della famiglia. Per questo si chiama anche Confermazione. Leggiamo in Atti 8,14 – 17: “Gli Apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e inviarono loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo”. Il Diacono Filippo è stato il “Parroco” che ha battezzato i samaritani; gli Apostoli Pietro e Giovanni sono stati i “Vescovi” che li hanno confermati.

Sacramento della crescita

Una volta si diceva che l’età ideale è il dodicesimo anno, quello in cui Gesù decise di fermarsi nel Tempio di Gerusalemme. Alla Madre, preoccupata per questa presa di posizione autonoma, Gesù rispose con semplicità che doveva occuparsi delle cose del suo Padre dei cieli. Poi tornò a Nazareth, nella sua casa, dove “Cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e davanti agli uomini” (Lc 2, 52).

La maturazione, che in Gesù è avvenuta in modo rapido a dodici anni, non avviene in tutti allo stesso modo: qualcuno arriva prima, qualcun altro arriva dopo, qualcun altro ancora arriva tardi, come nella Parabola di Matteo (20,1-16) in cui si parla dei lavoratori arrivati nel campo di lavoro in diversi momenti, qualcuno perfino alle cinque pomeridiane.

Oltre all’impegno, che ogni singolo deve mettere in atto per maturare, occorre anche la vicinanza vigile e affettuosa degli educatori: il Cardinale Scola la chiama la “Comunità Educante”. In Africa si ripete il proverbio: “Per educare un figlio ci vuole un villaggio”.

Sacramento della testimonianza

La Cresima o Confermazione impegna alla difesa e alla diffusione della fede, mobilitando i cresimati sotto la bandiera di Cristo. Una volta si diceva che la Cresima fa diventare soldati di Cristo. Se il battezzato è capace di conoscere, amare e servire Cristo nella vita, il cresimato dovrebbe essere capace di conoscere e far conoscere, amare e far amare, servire e far servire Cristo, in modo che Egli sia il senso pieno della vita cristiana.

La Cresima è il Sacramento dell’apostolato. L’impegno di testimonianza deve avvenire su due fronti: il primo fronte siamo noi stessi. Abbiamo ricevuto il dono della fortezza per lottare contro il male, che si annida dentro di noi e abbiamo ricevuto il dono del timor di Dio per attuare la parola di Gesù: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5, 48). Nessuno mai deve sentirsi un arrivato: il vento dello Spirito Santo deve soffiare nelle vele per spingere la nostra navicella verso il porto della perfezione
evangelica.

Il secondo fronte in cui essere testimoni è l’ambiente in cui viviamo. Attuando l’invito di Gesù ad essere sale e lievito, i cresimati cercano di lasciare un segno positivo e arricchente nelle strutture sociali della vita quotidiana: il matrimonio e la famiglia, il campo della cultura, la vita economica, l’impresa produttiva, l’impegno amministrativo e politico, la promozione della pace nella comunità dei popoli, il rispetto del creato come è scritto nell’enciclica “Laudato sii” di Papa Francesco.

Il sacramento della vocazione

Proprio perché lo Spirito Santo aiuta a crescere (il giorno della Cresima è per i cristiani ciò che è stata la Pentecoste per gli Apostoli), spinge anche a prendere il proprio posto nella comunità cristiana: la chiamata al Matrimonio, al Sacerdozio, alla vita religiosa o missionaria. La scoperta del proprio carisma può essere più precoce o più tardiva, ma è sempre lo scoppio di quelle scintille di Pentecoste, effuse nella Cresima coi doni dello Spirito Santo.

Prima di compiere atti adulti come: sposarsi, consacrarsi, svolgere il compito di Padrino o Madrina, di lettore della Parola di Dio, di Ministro straordinario della Comunione Eucaristica, occorre essere cresimati. Infatti la Cresima attua un passaggio analogo a quello che avviene nella vita civile quando si diventa maggiorenni. Il cresimato è maggiorenne davanti a Dio. Nel Battesimo è diventato figlio di Dio, ma come un neonato, nella Cresima è diventato maturo e consapevole dei suoi compiti.

Il rito della Cresima

Il vescovo, ministro originario del sacramento, benedice il crisma per tutta la diocesi nella messa crismale in prossimità della Pasqua. Al momento opportuno presiede, o di persona o per mezzo di un suo delegato, la liturgia del sacramento. Chiama i candidati, presentati dalla comunità cristiana e accompagnati dai loro padrini, a rinnovare gli impegni battesimali. Stende le mani e invoca l’effusione abbondante dello Spirito, continuando il gesto degli apostoli e mostrando il legame che unisce i cresimati alla Chiesa. Quindi pone la mano destra su ciascun cresimato, in segno di benedizione e di missione; lo unge sulla fronte
con il crisma, olio profumato da cui deriva a questo sacramento il nome di cresima, esprimendo la partecipazione alla consacrazione messianica di Gesù e il dono dello Spirito per la testimonianza evangelica; nello stesso tempo pronuncia la formula: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono», con la quale si indica il rafforzamento del battesimo e l’appartenenza irrevocabile a Cristo.

L’unzione cresimale

Il rito dell’unzione crismale va ricollegato alle figure della storia della salvezza. In Israele i re e i sacerdoti erano consacrati con olio, per avere il sostegno dello Spirito nel loro servizio; i profeti invece ricevevano in genere un’unzione solo interiore di Spirito Santo, per diventare gli uomini della parola di Dio, i suoi portavoce. Consacrato con l’unzione in modo unico è il misterioso personaggio preannunciato da Isaia, il Servo del Signore, il quale assomma in sé il compito regale di instaurare la giustizia e il diritto, il compito profetico di annunciare la parola di Dio alle genti, il compito sacerdotale di offrire la vita a vantaggio dei fratelli.

Questa misteriosa figura si realizza perfettamente in Gesù: egli ha la pienezza dell’unzione e i cristiani partecipano alla sua abbondanza: «È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori» (2Cor 1,21-22) e «diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero» (2Cor 2,14). Associato a Cristo, ogni credente è responsabile della testimonianza al vangelo secondo la vocazione e i doni ricevuti: nella comunità ecclesiale, nella famiglia, nella scuola, nella professione, nella società civile, nel servizio ai più bisognosi.